Immuni: Il governo introduce l’obbligo di caricare i casi positivi agli operatori sanitari
Il lancio dell’app Immuni era stato visto come uno strumento fondamentale per allentare la pandemia e consentire la ripresa di una vita il più normale possibile. A fronte di quest’app si è a lungo dibattuto in ambito europeo toccando tutti gli aspetti tecnici e giuridici di un’app, arrivando alla conclusione che l’utilizzo di IMMUNI dovesse essere volontario. Anche il Garante per la protezione dei dati personali con il suo Provvedimento 1° giugno 2020 ha sottolineato come l’applicazione si basi sulla volontarietà degli utenti.
Fino al 18 ottobre è stato proprio così infatti, ma con l’arrivo del DPCM viene introdotto agli operatori sanitari l’obbligo di caricare su Immuni quando si trovano di fronte ad un caso di tampone positivo.
Immuni: Informativa Privacy
Il fondamento giuridico dell’app IMMUNI, presente nell’Informativa Privacy, prevede la volontarietà
dell’utilizzo e il mancato utilizzo non prevede alcuna conseguenza pregiudizievole. Perciò l’impiego dell’app è su base volontaria per previsione di legge che può essere abrogata solamente con un atto di pari rango successivo.
Importante non confondere ciò con il consenso ai sensi della normativa privacy: il consenso infatti non è previsto come condizione di liceità per il trattamento dei dati effettuato da Immuni. Queste condizioni vengono individuate in quelle previste nel GDPR dall’articolo 6 comma 1 lettera e, e dall’articolo 9 comma2 lettere i e j, e nel Nuovo Codice Privacy dagli articoli 2-ter e2-sexies.
Il fatto che l’app sia quindi volontaria deriva da una norma di legge interna che si pone a presidio della libertà degli individui, valore protetto dalle garanzie poste al rispetto della vita privata dei soggetti.
Nelle linee guida dell’European Data Protection Board viene osservato che “la circostanza per cui l’uso di app per il tracciamento dei contatti avvenga su base volontaria non implichi che il trattamento dei dati personali debba necessariamente basarsi sul consenso”. Ecco la motivazione per la quale, su Immuni, è risultato possibile, prevedere obblighi nei vari passaggi del tracciamento con atto legislativo.
Rimane solo da valutare se il vincolo per gli operatori sanitari imposto con il DPCM del 18 ottobre andrà ad incidere sulla valutazione dell’app da parte del Garante Privacy, fino ad ora positiva.